mercoledì 25 luglio 2012

Granata

Il senso di colpa per l'abbandono della scrittura torna puntualissimo e doloroso come una spina nel fianco, ma, considerato che finalmente la monotonia è stata scossa, mi ritrovo qui con qualcosa da raccontare tra le dita.

Spessissimo mi ritrovo a  pensare di essere nato nel paese sbagliato, e il sentimento è confermato dalla rabbia, la frustrazione, la vergogna e il bisogno di fuggire che l'Italia mi trasmette ogni due per tre. Cambiare aria è sempre positivo, specialmente per chi non va tanto d'accordo con la routine; nel mio caso il "non andare d'accordo" viene estremizzato in "sentirsi soffocato".
La mia contraddittorietà mi spinge spesso e volentieri, comunque, a non riuscire a riappacificarmi con la mancanza di stabilità che il rifiuto della routine impone, ed è per questo che, nonostante sia perfettamente consapevole del carattere fugace di un periodo o di un momento, il mio istinto mi conduce alla ricerca di qualcosa di definitivo o, quantomeno, rassicurante.

No, a dire la verità non è neanche qualcosa di così ricorrente negli ultimi tempi. Il mio lavoro copre gran parte della giornata, mi mantiene troppo occupato e mi fa passare completamente la voglia di pensare.
Sto bene, sono in pace e felice, evito semplicemente di lamentarmi, come invece farei di solito.
Probabilmente dovrei fare qualcosa di concreto per esercitarmi in vista di quel maledetto test che è ormai diventato la mia ossessione, ma non riesco a renderlo la mia priorità in questo momento, ritengo di essermi meritato un po' di riposo cerebrale.

L'Alhambra. Devo ancora visitarla.