lunedì 10 giugno 2013

Nuove realtà

Una fine è vicina, un nuovo inizio seguirà.

L'ennesimo cambiamento incombe. Il verbo "incombere" mi fa pensare a qualcosa di estremamente negativo, come una minaccia che avanza inesorabile; i White Walkers di The Game Of Thrones, per esempio, che pur essendo palesemente finti e non spaventosi, mi portano sempre a ridurre la finestra e cercare di assistere al pericolo che rappresentano in miniatura o solo ad una sua parte.
Giusto, magari questo verbo non è il più adatto. Dovrei usare la perifrasi "essere dietro l'angolo", è più neutra.
Dopo tutti i cambiamenti che ho attraversato dovrei affrontarli con un animo molto più tranquillo e rilassato: me la sono sempre cavata d'altronde, ho imparato nuove cose, conosciuto nuove persone e sono cresciuto. Nonostante ciò, non va dimenticato che almeno qualche goccia di timore può funzionare come un ottimo incentivo per lavorare in vista di un rapido adattamento alle circostanze. Inoltre è inevitabile, in quanto è nella nostra natura temere l'ignoto, poiché siamo potenziali prede vulnerabili poste in un ambiente del quale sappiamo poco o niente e che dobbiamo ancora imparare a conoscere.
Solitamente, alla fase appena descritta segue la costruzione di quelli che saranno i presupposti del mio "sentirmi a casa anche nel posto che prima casa non era". E' un vero peccato che ogni volta il raggiungimento del picco coincida con la mia imminente partenza. Avendo però avuto l'opportunità di conoscere meglio le tempistiche e le dinamiche di questo sviluppo, posso correggermi adducendo la teoria dell'"apprezziamo e viviamo le cose al meglio solo quando queste stanno per finire e ci rendiamo conto che, dopotutto, ne sentiremo la mancanza". Ciò non significa certamente che io non abbia mai apprezzato nessuno dei posti ne quali mi sia trovato a vivere, mi riferisco solamente a quelli presi un po' più negativamente.
Cambiare è positivo in sé, in quanto spesso la routine è sinonimo di aria viziata, stagna. Aprire nuove finestre sul mondo per assicurare un buon ricambio d'aria può essere una soluzione validissima, ma ha le sue controindicazioni. In principio, ad esempio, se non siamo abituati alla temperatura esterna, la sorpresa è gradita quanto una doccia fredda. Superato il primo impatto tutto diventa migliore e la realtà circostante ci sorride, fiduciosa delle nostre capacità.

Ma quando arriva la tanto agognata, anche inconsciamente, stabilità?