giovedì 7 marzo 2013

Blocco dello scrittore e vecchi accademici

Quando il blocco dello scrittore imperversa, mietendo vittime quotidiane e rallentando, per non dire annullando, il lavoro di migliaia di persone, come fare per uscire da questa crisi?

La redazione della tesi di laurea è ormai diventata all'ordine del giorno nel mio disperato tentativo di accelerare l'arrivo della fine della mia permanenza nella tanto detestata città di Treviso; il pilastro che regge le mie giornate e, conseguentemente, ne determina l'umore, è il mio successo nel riuscire ad imbrattare di nero almeno una paginetta di Word al giorno. Ciascuna di queste, rappresenta un passo in più intrapreso in vista della tanto agognata laurea e della un po' meno agognata fine della vita da studente universitario.
Finché si trattava di tradurre, e dunque semplicemente trasporre un testo già esistente da una lingua ad un'altra, il riempimento di fogli bianchi non costituiva assolutamente un ostacolo insormontabile. Le difficoltà cominciano quando arriva il momento di analizzare e commentare il lavoro svolto, combattuti tra la paura di non avere abbastanza contenuti da trasmettere e quella di scrivere i concetti meno attinenti ed incoerenti pur di riuscire a riempire lo spazio minimo richiesto.
La mia più grande paura è quella di incontrare lo scoglio dell'opposizione del docente relatore, ma, per quanto rischi di "autogufarmi" irrimediabilmente, resta un dato di fatto che il suddetto ha ormai superato il limite dei 60 e, nonostante la sua coriacea natura da vecchio accademico cariatide gli permetta di tirare avanti mostrando il lato più "professionale" di sé, la demenza senile avanza e la voglia di lavorare diminuisce a vista d'occhio; conseguenza di ciò sarà la sua negligenza durante la fase di correzione e, dunque, i lunghi pomeriggi passati seduto sul pavimento di fronte al suo studio saranno ripagati dall'avere dei via libera abbastanza generosi e rapidi.

Solo la proclamazione potrà comunque segnare l'inizio della gioia e la fine del dolore, dopo tante lacrime versate, regalate allo stress; si cresce ma si invecchia, spuntano rughe e i capelli cadono, ma sono passaggi obbligati, così come le scelte che comportano sacrifici.

Ponendo fine alle insensate dissertazioni sui massimi sistemi e sugli scopi ultimi della vita -che puntualmente trovano terreno fertile in orari notturni- chiudo l'ennesimo post di sfogo. Non si sa mai, magari la suprema divinità blogger un giorno leggerà ed esaudirà i miei desideri più reconditi cancellando le paure e le paranoie più intime...