Qualche mese fa, su Facebook, vigeva la moda tra me e i miei amici
di regalare i nostri "Mi piace" alle pagine fan in sé vuote, ma i cui
titoli rappresentavano stralci di vita quotidiana, alcuni di quei gesti e di
quelle usanze che tutti noi abbiamo e che, descritti da un linguaggio forbito
totalmente fuori luogo e corredati da un'immagine random, erano in grado di
farci ridere o, perlomeno, sorridere.
Durante il mio vagare nella Home del sito alla ricerca di nuove
pagine da premiare con la mia adesione, un giorno mi imbattei in una diversa
dalle altre, non vuota ed insignificante, con il solo intento di provocare il
sorriso quotidiano, bensì interessante, profonda, ricca e meritevole. Si
trattava di un grande raccoglitore di pensieri, emozioni e massime sulla vita
quotidiana, scritte in un italiano corretto, cosa rara di questi giorni, in
grado di affrontare le tematiche più disparate: da quelle più superficiali, a
quelle più profonde, dalle realistiche alle fantastiche, dalle più pregevoli
alle più scabrose, il tutto senza mai esagerare superando quella linea
invisibile, tracciata dalle coscienze dei fruitori, del limite. Dietro tutto
questo, un semplice ragazzo più o meno della mia età, mio conterraneo e persino
della mia stessa "parrocchia"; tutto questo non faceva altro che
fargli acquisire punti e a contribuire alla crescita della mia stima nei suoi
confronti; ritenevo che fosse davvero difficile trovare qualcuno come lui, in
grado di esprimersi in modo così graffiante e polemico, senza però mai
stridere; il tutto, mescolato a fuoco lento, gli ha permesso di cucinare un
piatto di haute cuisine in grado di accaparrarsi l'approvazione di tanti e una
grande popolarità nel mondo virtuale e non.
Mi capitò così di accedere quotidianamente al suo angolo di social
network per tenermi aggiornato in merito alle sue pubblicazioni, pronto a
condividerle sul mio profilo in caso le ritenessi degne.
L'amministratore della suddetta pagina, della quale non scriverò
il titolo poiché non ritengo sia troppo difficile da indovinare, resta comunque
un essere umano e, come tale, è soggetto come chiunque altro ai difetti e alla
volubilità che contraddistingue tutti noi; oggi la pagina conta circa 75000
fans, tutti attivissimi e superentusiasti nella venerazione del loro
nuovo idolo che, proprio perché essere umano, si crogiola nella loro
ammirazione; con un esordio da pubblicitario, pubblicando ogni tot annunci di
esterni che lo pagavano perché li rendesse visibili ai suoi fans, si è esteso
al mercato tessile, stampando alcuni dei suoi più celebri aforismi su
magliette, lanciando così la nuova moda dell'estate. Il processo del montarsi
la testa era ormai cominciato, e niente e nessuno poteva più arrestarlo;
l'ultima novità è quella dell'uscita, prossimamente nelle peggiori librerie, di
un libro, raccoglitore cartaceo delle sue più famose "Perle".
Da sottolineare tra i suoi più grandi difetti è senz'altro la sua
scarsa, per non dire inesistente, considerazione per la democrazia: a chi fa
piacere un commento negativo? Credo pressoché a nessuno, d'altronde il masochismo
non è poi così diffuso; e certo, bisogna distinguere gli insulti e le critiche
pesanti da quelle costruttive e dalle libere opinioni, e allora perché proprio
queste ultime sono sistematicamente eliminate assieme alle prime senza il
benché minimo riscontro o risposta civile? Probabilmente il nuovo divo del
social network è giunto a quel livello di superbia paragonabile solo a quello
di un dittatore.
Ora, fermo restando che una discreta dose di talento da parte sua
sia innegabile, ritengo non sia comunque un qualcosa di così smisurato data la
superficialità alla quale ormai sacrifica la stragrande maggioranza delle sue
massime che, sicuramente, non mi trasmettono più ciò che facevano agli inizi,
per giunta a ciò vanno aggiunti i palesi plagi da stati e pubblicazioni altrui
che vanno ad arricchire un repertorio che rappresenta ormai una montagna di
leccornie che la gente assalta continuamente accecata dal loro aspetto così
prelibato.
Probabilmente il sedicente scrittore dovrebbe ricordarsi che non è
realmente un artista, come evidentemente le sue convinzioni lo spingono a
definirsi, bensì esclusivamente un ragazzotto abitante della provincia
disoccupato con una connessione a internet che, ahimè! Non smette mai di
trasmettere.