mercoledì 20 giugno 2012

Perle


Qualche mese fa, su Facebook, vigeva la moda tra me e i miei amici di regalare i nostri "Mi piace" alle pagine fan in sé vuote, ma i cui titoli rappresentavano stralci di vita quotidiana, alcuni di quei gesti e di quelle usanze che tutti noi abbiamo e che, descritti da un linguaggio forbito totalmente fuori luogo e corredati da un'immagine random, erano in grado di farci ridere o, perlomeno, sorridere.
Durante il mio vagare nella Home del sito alla ricerca di nuove pagine da premiare con la mia adesione, un giorno mi imbattei in una diversa dalle altre, non vuota ed insignificante, con il solo intento di provocare il sorriso quotidiano, bensì interessante, profonda, ricca e meritevole. Si trattava di un grande raccoglitore di pensieri, emozioni e massime sulla vita quotidiana, scritte in un italiano corretto, cosa rara di questi giorni, in grado di affrontare le tematiche più disparate: da quelle più superficiali, a quelle più profonde, dalle realistiche alle fantastiche, dalle più pregevoli alle più scabrose, il tutto senza mai esagerare superando quella linea invisibile, tracciata dalle coscienze dei fruitori, del limite. Dietro tutto questo, un semplice ragazzo più o meno della mia età, mio conterraneo e persino della mia stessa "parrocchia"; tutto questo non faceva altro che fargli acquisire punti e a contribuire alla crescita della mia stima nei suoi confronti; ritenevo che fosse davvero difficile trovare qualcuno come lui, in grado di esprimersi in modo così graffiante e polemico, senza però mai stridere; il tutto, mescolato a fuoco lento, gli ha permesso di cucinare un piatto di haute cuisine in grado di accaparrarsi l'approvazione di tanti e una grande popolarità nel mondo virtuale e non.
Mi capitò così di accedere quotidianamente al suo angolo di social network per tenermi aggiornato in merito alle sue pubblicazioni, pronto a condividerle sul mio profilo in caso le ritenessi degne.
L'amministratore della suddetta pagina, della quale non scriverò il titolo poiché non ritengo sia troppo difficile da indovinare, resta comunque un essere umano e, come tale, è soggetto come chiunque altro ai difetti e alla volubilità che contraddistingue tutti noi; oggi la pagina conta circa 75000 fans, tutti attivissimi e superentusiasti  nella venerazione del loro nuovo idolo che, proprio perché essere umano, si crogiola nella loro ammirazione; con un esordio da pubblicitario, pubblicando ogni tot annunci di esterni che lo pagavano perché li rendesse visibili ai suoi fans, si è esteso al mercato tessile, stampando alcuni dei suoi più celebri aforismi su magliette, lanciando così la nuova moda dell'estate. Il processo del montarsi la testa era ormai cominciato, e niente e nessuno poteva più arrestarlo; l'ultima novità è quella dell'uscita, prossimamente nelle peggiori librerie, di un libro, raccoglitore cartaceo delle sue più famose "Perle".
Da sottolineare tra i suoi più grandi difetti è senz'altro la sua scarsa, per non dire inesistente, considerazione per la democrazia: a chi fa piacere un commento negativo? Credo pressoché a nessuno, d'altronde il masochismo non è poi così diffuso; e certo, bisogna distinguere gli insulti e le critiche pesanti da quelle costruttive e dalle libere opinioni, e allora perché proprio queste ultime sono sistematicamente eliminate assieme alle prime senza il benché minimo riscontro o risposta civile? Probabilmente il nuovo divo del social network è giunto a quel livello di superbia paragonabile solo a quello di un dittatore.
Ora, fermo restando che una discreta dose di talento da parte sua sia innegabile, ritengo non sia comunque un qualcosa di così smisurato data la superficialità alla quale ormai sacrifica la stragrande maggioranza delle sue massime che, sicuramente, non mi trasmettono più ciò che facevano agli inizi, per giunta a ciò vanno aggiunti i palesi plagi da stati e pubblicazioni altrui che vanno ad arricchire un repertorio che rappresenta ormai una montagna di leccornie che la gente assalta continuamente accecata dal loro aspetto così prelibato.
Probabilmente il sedicente scrittore dovrebbe ricordarsi che non è realmente un artista, come evidentemente le sue convinzioni lo spingono a definirsi, bensì esclusivamente un ragazzotto abitante della provincia disoccupato con una connessione a internet che, ahimè! Non smette mai di trasmettere.

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