A quanto pare, di tanto in tanto, sono
disposto a mettere da parte le fesserie e scrivere qualcosa di serio. Ciò che
in questi giorni mi porta spesso argomenti di riflessione è la mia incapacità
di dire di no quando la situazione lo richiede. La casistica è, ovviamente,
molteplice, così come le motivazioni che lo richiederebbero ma che, una serie
di fattori frenano contro la mia volontà e a cui non riesco a oppormi poiché non sono abbastanza forte.
Non si tratta di un no taciuto per paura di rappresaglie o
reazioni violente provenienti dalla controparte, ma di un aver timore di
ferirla, deluderla o irritarla.
Le giustificazioni potrei presentarle sempre, ma, per quanto
addobbate in modo convincente e presentate sotto la loro luce migliore, si
tratterà sempre e comunque di castelli in aria destinati a crollare non appena
si abbassa la guardia.
Tutto ciò è spesso coincidente con la necessità di scegliere che
via prendere in un bivio nel quale le due
strade presentano i loro pregi e i
loro difetti in un rapporto qualità/prezzo senza sostanziali differenze, la
fine del percorso è imperscrutabile e non si sa a cosa ognuna delle due vie
potrebbe condurre; vista la mia proverbiale malasorte, in questi casi ho
imparato ad aspettarmi il peggio.
Rileggendo questo testo a parecchie ore di distanza, mi accorgo di come sia troppo carico e troppo pesante alla lettura. Ciò probabilmente dipende dal turbinio di idee e paranoie che affollano il mio cervello, conducendolo a perdersi in un bicchiere d'acqua.
Non è semplice trovare un senso ai miei post più seriosi, non provateci neanche. La matassa è inestricabile persino per me che ne sono interessato e non voglio macchiarmi della colpa di aver bruciato i neuroni di qualcuno dei miei inesistenti lettori, i miei sono più che sufficienti.
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