martedì 8 gennaio 2013

Duemilacredici

La profezia dei Maya si è rivelata un'enorme bufala. Maledizione per alcuni, sollievo non realmente sentito per altri. Un ipotetico dio o chi per lui avrebbe potuto cogliere la palla al balzo per liberarsi di quelle persone che occupano il pianeta solo perché c'è posto, invece si è dimostrato inconcludente e apatico come sempre.
Che vogliamo farci? La vita continua, con o senza il nostro appoggio, il sole continua a sorgere, fuggendo poi alla luna che lo cerca senza mai trovarlo e poi, dopo un certo tot di ore, si stanca di aspettarlo e torna a dormire, lasciandogli campo libero.

Personificazioni alienanti e vaneggi post-vacanze a parte, non sono ancora entrato nell'ottica del nuovo anno o, che nel mio caso è un sinonimo decisamente più appropriato, della sessione d'esami invernali.
Dopo 20 giorni esatti spartiti tra mangiate, rimpatriate e visite ai familiari di ogni grado e ramo dell'albero genealogico ci si sente piacevolmente satolli e assonnati, come dopo un lungo, copioso e squisito pasto -tanto per restare in tema cibo, come se non ne avessi visto abbastanza durante le vacanze. Potrete dunque immaginare, miei evanescenti lettori, che abbia fatto poco e niente di universitario, diciamo giusto un minimo: quanto l'energia dei miei sensi di colpa mi consentiva, il che non superava mai i 40 minuti consecutivi.

Tralasciando la mia carriera universitaria, di cui i miei genitori sono i fan numero uno poiché il suo successo è inversamente proporzionale al tempo richiesto per la mia indipendenza economica -e come biasimarli, ahimè!-, parliamo dei nuovi 365 giorni appena cominciati. In realtà sono 358 adesso, ma non volevo essere pignolo.
Il duemilaecredici ...ehm! ...tredici, è iniziato nel modo più banale concepibile dalla mente umana: il mio consueto Capodanno a Cagliari dai miei amati ed estremamente distanti amici che sono sempre un'iniezione di vita (Luv ya) e che mi assicurano un principio con il piede giusto e il sorriso sulle labbra, mi riforniscono di pettegolezzi e mi danno lo spunto per cercarne di nuovi da condividere con loro.
Non ho formulato buoni propositi stavolta, o perlomeno non di diversi dai soliti: una bella limatina graduale, non troppo severa, ai miei difetti, mantenere strette le persone degne, avvicinare quelle che tali si dimostrano, allontanare chi non merita o chi, bando all'ipocrisia, non è oggetto della mia attenzione. Oh, già, e laurearmi, cosa gradita e sulla quale non mi permetterei mai di sputare sopra: coinciderebbe con il mio addio all'odiata Treviso, non riesco a pensare a niente di più esaltante!

Le priorità sono ben definite, le cose iniziate verranno, se tutto va bene, concluse, la coerenza e la razionalità saranno le mie guide irrinunciabili per raggiungere il traguardo del non sentirmi particolarmente idiota alla fine dei tempi.
L'abbandono di questo blog è da dichiararsi "persona non grata" in queste terre, come potrei altrimenti informare sulle mie mirabolanti (dis)avventure? Non scherziamo.

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