lunedì 11 febbraio 2013

Chi è al mondo solo perché c'è posto

Ho deciso che i miei ultimi scritti su questa pagina erano troppo seri, quindi è ora di spezzare un po' la monotonia ed abbinarci un post a sfondo ironico, ma non troppo: in questo caso la verità non si deposita soltanto sul fondo.
La gente deve morire.
No, non mi riferisco semplicemente al fatto che siamo esseri mortali la cui vita naturale ha una durata media di 60/70 anni,  bensì a quella categoria di individui inutili o dannosi che arreca disturbo alle vite altrui e, sostanzialmente, "è al mondo solo perché c'è posto".
Penso sia abbastanza evidente che questo blog e i suoi contenuti non vogliono nemmeno lontanamente arrogarsi un'oggettività che non starebbe né in cielo né in terra, soprattutto visti gli argomenti futili e frivoli che tratto normalmente; l'unico mio intento è quello di esprimere le mie opinioni su argomenti determinati senza essere soggetto a censure, critiche od opinioni contrarie alla mie, sentendomi costretto magari a confutarle.
Solitamente, inoltre, non sono così estremista né misantropo, ma, dopo la chiacchierata con un amico che ha portato il focus della conversazione su elementi di dubbia utilità, quali Silvio Berlusconi o Ke$ha, la mia parte sociopatica ha sentito un impulso che l'ha risvegliata dopo un lunghissimo sonno; ora Lei è pronta per riscuotere gli arretrati.

Nella fattispecie, perché Ke$ha, una ragazza giovane senza talento alcuno, senza essersi creata un personaggio degno di nota, senza aver fatto niente di significativo eccetto canzoni vuote e insensate con un ritmo orecchiabile -con tanto di voce modificata elettronicamente, ça va sans dire- riesce ad avere così tanto successo nonostante abbia fatto sanguinare migliaia di orecchie in tutto il mondo? Ricordo che quando comparve il nome del suo ultimo album tra le Tendenze di Twitter, me ne compiacqui poiché, credetti per un momento che lei fosse scomparsa dalla faccia del pianeta, e il titolo "RIP" non poteva far altro che alimentare il mio desiderio. Non fraintendetemi: pecco anche io spesso e volentieri di incoerenza ed ho scaricato e, sporadicamente, ascolto qualcuno dei suoi singoli, però si tratta di isolati momenti di debolezza che difficilmente si ripetono.

Un po' diverso è il discorso che abbraccia l'ambito della politica. Per quanto la signorina citata qua sopra abbia una popolarità non indifferente, se non si ha più pazienza sufficiente per tollerarla si può sempre spegnere il riproduttore di musica in attività e metterla a tacere definitivamente. Nella vita di tutti i giorni, purtroppo, non basta spegnere la tv, il computer o la radio per non avere più notizie di colui che, più di ogni altro, ha condotto il paese alla rovina già per tre volte e che, oramai, non usa più neanche un filtro per setacciare i suoi pensieri più assurdi imbellendoli di retorica facendoli anche sembrare intelligenti e ragionati, ma sgancia a ruota libera gastronerie come fa una mandria di cavalli alla fiera di paese con i propri escrementi. Mettiamo da parte per un momento l'infelice metafora per dedicare un momento ai suoi elettori che sono sempre spaventosamente numerosi e che il Cavaliere riesce ad abbindolare con le sue chiacchiere, inducendoli a dichiarargli una folle e cieca fedeltà. In una parola: terrificanti.
Il motivo per cui è impossibile ignorare un individuo come lui è presto detto: le sue azioni hanno ripercussioni profonde sulla vita di tutti i giorni e sul futuro mio e di tanti giovani in primis.

Aggiornamento dell'ultim'ora: la sociopatia che normalmente ottiene il ruolo di protagonista di tutti i miei lunedì è oggi dissipata. Le dimissioni di Benedetto XVI sono una notizia della quale non posso far altro che rallegrarmi. Il signor Ratzinger, sin dal giorno della sua elezione, non ha fatto altro che darmi un crescente numero di motivi per alimentare il mio orientamento anticlericale, portandolo quasi ad un integralismo paragonabile a quello dei più alti vertici della Chiesa Cattolica Romana. Non resta che sperare in un esponente ben più progressista e di evitare di cadere dalla padella alla brace.
Non è morto, è vero, ma poveraccio, ormai i suoi anni li ha, la demenza senile ha già riscosso una vittima in lui e non mi pare etico augurargli una prematura sparizione, non ora che non rappresenta più un pericolo.

1 commento:

  1. In teoria al mondo siamo giá in troppi. Posto ce n'è, risorse un pò meno u.u
    Non mi firmo tanto commento solo io! :P

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