sabato 14 aprile 2012

Home... or not?

Resto sempre e comunque convinto, per quanto fatichi ad ammetterlo persino a me stesso, che per svariati motivi si rimarrà per sempre legati alla propria città natale. Non c'è nulla che si possa fare, nonostante l'odio per la stessa ci conduca a lottare con tutte le nostre forze per evitarla e non averci più niente a che fare, lei sarà lì, sempre presente nei nostri documenti d'identità e, cosa ancora più indelebile, nei nostri ricordi.

Non torno tanto spesso a Nuoro, mi limito solo alle vacanze; d'altronde, non essendo ben collegata, non posso permettermi di affrontare troppi viaggi. Solitamente i miei rimpatri coincidono con le vacanze di Natale, Pasqua ed estive; non è un così gran sacrificio per me rientrare, ma la mia passione sregolata per le iperboli mi porta ad ingigantire qualunque cosa. Oserei quasi dire che, talvolta, ci vado anche volentieri: si tratta di quei casi in cui non vedo la mia famiglia da tanto tempo e sento il bisogno (contornato da un senso di dovere) di passare del tempo con loro che, nonostante frequentemente le aspettative siano di pesante stress entro i primi cinque giorni, mi accorgo in realtà di come i rapporti si evolvano e cambino in proporzione al mio maturare (una verità supposta) e al loro invecchiare (una verità innegabile).
Lo stesso vale per l'ambito familiare più esteso: fortunatamente mi posso beare di non avere i cosiddetti "parenti serpenti", bensì persone che provo reale piacere nel visitare e nel passarci del tempo insieme.

L'ambito familiare resta e resterà sempre un porto sicuro ed affidabile, nel quale, fino al raggiungimento dell'indipendenza economica, saprò sempre di potermi rifugiare; quello che riesce a deprimermi più di qualunque altro è quello cittadino in sé. Ora, è assolutamente necessario specificare che, avendo vissuto in città decisamente più estese, non posso né voglio aspettarmi niente in pompa magna, però resta pur sempre un capoluogo di provincia di quasi 40000 abitanti, non voglio davvero pensare che nessuno abbia voglia di organizzare una serata decente di sabato sera per passare una manciata d'ore senza pensieri, mettendo da parte gli stress della settimana e, al contempo, prepararsi psicologicamente a quelli della successiva in vista della domenica, il giorno decisamente più distruttivo di tutti dal punto di vista psicologico.

Ammettiamolo, Nuoro non prova neanche ad atteggiarsi come una città, ci rinuncia in partenza perché è consapevole del fatto che mai sarà in grado. Allora, domando io, perché mai chiedersi il motivo per cui tutti van via in cerca di costruirsi una vita soddisfacente altrove se è palese? Non ci sono opportunità, non ci sono mai state e sono sprofondate ulteriormente nei tempi di crisi; se prima era una città morta, ora è anche sepolta. Io mi limito a continuare a tornarci solo ed esclusivamente per le vacanze, evitando di rimanere sempre più colpito dalla sua desolazione e tenendo sempre a mente le mie fughe verso nuove mete sempre più distanti.

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