mercoledì 21 novembre 2012

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La tecnologia è una delle più grandi innovazioni che, da sempre, caratterizzano l'umanità. Grazie ad essa qualsiasi azione diventa più veloce, ciò che è difficile diventa incredibilmente facile e le persone lontane diventano incredibilmente vicine. Nel retroscena di ogni gesto quotidiano che compiamo noi in prima persona, e che sembra così facile, c'è in realtà tutto un mondo sorprendentemente complicato che è meglio delegare agli specialisti del settore. L'apparecchio tecnologico è, infatti, di utilità limitata se preso in considerazione singolarmente, basti pensare ad un computer senza connessione ad internet che, nonostante ci dia la possibilità di compiere un discreto numero di azioni, non dà il lasciapassare necessario a mille altre che invece, il mondo del web consentirebbe.

Internet è diventato qualcosa di pressoché indispensabile alla vita di tutti i giorni, la necessità di poter navigare online è, inoltre, inversamente proporzionale all'età anagrafica. Il mondo della carta scompare lentamente: la deforestazione è fuori moda ormai, fa chic risparmiare la vita degli alberi per potersi arrogare il titolo di "Ambientalista del minuto" preferendo un file di Word piuttosto che dieci pagine pinzate di protocolli timbrati.
All'università, per comodità di entrambe le parti -professori e docenti- qualsiasi comunicazione e, anche se a ritmo più lento, i testi e le dispense si convertono in formato ebook, con conseguente risparmio di tempo e denaro. Da sviscerare è, invece, la questione burocrazia che,  nonostante venga notevolmente snellita ed agevolata dalla comunicazione informatica, resta una delle inevitabili piaghe della nazione italiana.

Entrando nel frivolo e superficiale, internet si trasforma nel peggior nemico della televisione che, pian piano diventa un semplice soprammobile da accendere durante frazioni sempre più ristrette della giornata. Ciò avviene vista la crescente quantità di materiali e funzioni che un tempo erano di proprietà di altri strumenti elettronici, mentre adesso vengono condivisi dal maligno oggetto squadrato, fisso o portatile che sia, al quale i dispositivi a lui imparentati guardano con crescente invidia. In questo caso è semplicissimo menzionare semplicemente la possibilità di assistere ai programmi delle emittenti televisive nei loro omologhi canali online: mai comodità fu più condivisa!

Sembra il paradiso, giusto? Effettivamente lo è, parola del sottoscritto, nonché uno dei maggiori webdipendenti sulla faccia del pianeta. Nessuna medaglia, però, è mai stata forgiata solo con una faccia, dunque all'altro lato del paradiso, può esserci, almeno per la parte del mondo che ancora oggi si considera relativamente ricca, il peggiore degli inferni. La seguente immagine ha lo scopo di esplicare ciò a cui mi riferisco:


Cosa succede quando manca la connessione? Non ho la pretesa di generalizzare anche in questo senso: lungi da me! Le reazioni sono così molteplici e variegate che un blog intero non sarebbe sufficiente per enumerarle tutte. Mi limiterò, dunque, a descrivere il mio personale riflesso condizionato alla perdita della possibilità di avere accesso al web o, come sarebbe altrettanto corretto dire, di restare in contatto con il resto del mondo.
Non esiste quasi niente, che implichi la tecnologia, che io non faccia tramite la rete, a cominciare da tutto ciò che concerne l'università: libretto elettronico, comunicazioni dei docenti, slide e dispense, iscrizioni agli esami, email per ulteriori informazioni ecc. Nessuno studente universitario può prescindere dal computer almeno in minima parte.
E' ancora più difficile farne a meno per coloro che, insieme al pane quotidiano, si nutrono di lingue straniere; esclusa l'opzione "estero", internet è l'unico o, comunque, migliore strumento per fare pratica e tenerle vive ogni giorno, cosa indispensabile in caso si sia interessati al raggiungimento di livelli molto alti.
Gran parte dei miei amici vive a vari chilometri di distanza da me, i miei genitori, anche. Chiamatemi sentimentale, ma considero essenziale mantenermi in contatto con loro, se non tutti i giorni, almeno svariate volte durante il corso della settimana. Un tempo le offerte delle compagnie di telefonia mobile elargivano generose concessioni ai loro fedeli clienti in cambio di somme esigue in denaro; oggi, non funziona più così o, comunque, tutto questo non basta più. Ecco che internet, sempre e comunque, tramite Skype, Windows Live Messenger, Facebook, Twitter, Whatsapp (nel caso dei cellulari) e compagnia cantante, offrono soluzioni alla portata di tutti e piuttosto efficienti.
Da un po' di tempo a questa parte, inoltre, sento l'impellente necessità di tenermi informato ed avere almeno una vaga idea di ciò che succede intorno a me; ancora una volta è il web a venire in mio soccorso, dandomi la possibilità di consultare i quotidiani e guardare i telegiornali su quella fantastica invenzione che è internet.

Fino a qui non ho detto niente di nuovo, mi sono semplicemente limitato ad elencare i motivi per i quali, per me, una connessione è così fondamentale. Era però indispensabile per far capire ai miei inesistenti lettori perché l'effetto della sua assenza sia, in me, così devastante.

Inizia la fase nervosismo, della durata, generalmente, di pochi secondi e legata al mancato caricamento delle pagine web come campanello d'allarme che precede l'arrivo dell'imminente catastrofe.
Ad essa, segue sempre una prima forma di disperazione, caratterizzata da braccia che perdono stabilità e tendono a penzolare nel vuoto accanto alla sedia con i movimenti scanditi da sbuffi e sospiri seccati.
La seconda forma di disperazione, anche detta "disperazione vera e propria, inizia ad essere più pesantuccia: divento incapace di stare seduto ed inizio nervosamente a gironzolare per le stanze della casa, pregando inconsciamente e stando bene attento ad evitare di imprecare ad alta voce per non farla arrabbiare, convincerla di aver ricevuto la giusta punizione e spingerla a tornare quanto prima.
Il caos sopraggiunge quando tutto sembra perduto: la connessione ad internet non accenna a voler tornare e la disperazione ha raggiunto il suo apice. Inizio a considerare le opzioni più disparate: tra queste vi è quella di andare a piangere dai vicini pregandoli di fornirmi la password della loro wireless, valutare le offerte migliori per le chiavette, trasferirsi a tempo pieno in una wifi zone, sbattere ripetutamente la testa al muro per fare pietà a Dio, Buddha, Allah, Jahvè, Shiva, Zeus e Rah insieme, affacciarmi alla finestra e gridare come un ossesso: "Torna a casa Lassie".

Dopo un lasso di tempo variabile, che io ritengo TROPPO LUNGO perché incapace di definirlo altrimenti, ella ricompare, discretamente e silenziosamente, quasi senza farsi notare. Ed è così che torna la calma dopo la tempesta e la vita torna al suo ritmo di sempre, asciugo le lacrime e vado avanti, fiero di me, poiché sono uscito ancora una volta indenne da un'astinenza deleteria.
No, non preoccupatevi, non sono così dipendente come sembro, lo sono ancora di più.


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